domenica 15 gennaio 2012

Immagino che le vicissitudini del pollaio manchino un po’ di appeal, e che le avventure dei pennuti, pur essendo altamente metaforiche, non raggiungano la densità profonda della tragedia sofoclea. Per loro tuttavia gli avvenimenti del loro universo sono importanti, proprio come per noi lo sono quelli dell’universo nostro. Perciò visto che i cambiamenti fanno parte della vita ed anzi la sostengono e la nutrono grazie al potere della trasformazione, mentre il galletto Condor, quello con il collo senza piume grande tartassatore di galline si è magicamente rivelato uno squisito arrosto, Galletto bianco imperversa, ormai unico gallo del pollaio. Ho notato che non vi è democrazia, fra stie e granaglie, e che nessuno ha tempo di piangere gli amici scomparsi. Deve aver a che fare con la memoria animale, la quale appare estremamente selettiva e funzionale. Per nulla appesantita da vane elucubrazioni e complicate sintassi la mente pollesca impara in un istante le cose per lei importanti, come la collocazione di grano e granturco, qual’è la cova più adatta a deporvi le uova, quali sono i rumori che preannunciano l’arrivo degli scarti di cucina –dolci foglie di insalata, bucce di zucca, ambitissime teste di pesce…-. Dev’essere quel cervello rettileo che, anche in esseri più grossi come coccodrilli e serpentoni, consente loro di reagire e muoversi all’istante, senza tanti garbugli creatori d’attriti e confusione. C’è pericolo? Scappo. Cibo? Corro! Mai e poi mai vedrete due galline intente a discutere di partite di calcio o dei misfatti governativi. Anche se doveste piazzarvi davanti al pollaio a recitare odi e canzonieri, anche se sceglieste i poemi più adatti come “T’amo, pio bove” o “La vergine cuccia” non otterreste che pochi attimi d’attenzione, ed evidenti segni di malcelata noia. Il pollo dunque fa molto bene tre cose: canta a voce spiegata rallegrando il mondo; depone uova ottime che a volte persino cova fino a far nascere dei pulcini che sono una meraviglia dell’universo; si trasforma in un arrosto indimenticabile. Mi vien fatto di chiedermi: e l’essere umano, oltre ad approfittare di tutto ciò, che cosa fa?

Nessun commento:

Posta un commento