mercoledì 18 gennaio 2012

Cronache della Montanina. I Babylon Gardens

I Babylon Gardens sono in piena attività. Si tratta di una piattaforma in muratura che sostiene sette od otto casse di legno piene di terra, terriccio, composto e letame che ospitano le piantine da orto come ad esempio lattughe, cicoriette, ravanelli ecc. ad un’altezza tale da permettere all’umile contadino di tener pulita e zappettata l’area senza doversi piegare fino a terra. Sembra l’uovo di Colombo –e non reclamo certo la paternità dell’idea- ma funziona a meraviglia. La parte bassa delle casse è in larice, perché regge meglio l’acqua delle annaffiature senza infradiciarsi troppo presto. Tavole di abete nella parte alta (il larice era finito) per una profondità totale di circa 30 centimetri.
La cassa più lunga, due metri e mezzo, contiene le piantine di fragole: non so se avete mai provato a tener pulite le fragole in piena terra. E’ quasi impossibile. Qualcuno infila le piantine nei buchi praticati in un telo nero di plastica che dovrebbe soffocare ogni altra pianta, ma già al secondo anno dai buchi si vedono spuntare le gramigne e loro consorelle, che a quel punto diventano inestirpabili, a meno di distruggere il telo nero. Siccome le fragole stanno sul terreno per qualche anno, ed hanno la caratteristica di riprodursi per stoloni, ovvero quei lunghi getti che emettono e che vanno a radicarsi ovunque, di solito in mezzo alle altre piantine vicine, ecco crearsi in breve tempo un network di fragole praticamente inestricabile. Occorre dunque essere onnipresenti, togliere stoloni, trapiantare le nuove radicate o eliminarle, combattere una pianticella che sembra identica alla fragola ma fragola non è, e va dunque individuata ed eliminata eccetera eccetera. Ma con i Babylon Gardens tutto diventa più semplice: intanto si può tenere una posizione eretta e dignitosa, non quell’umile posizione a culo all’aria tipica del diserbatore rustico e poco evoluto. Poi il nostro occhio di falco con occhiali può vedere molto meglio ogni tentativo di infestanti già al loro primo apparire; e vien facile eliminare le foglie malate, secche o vizzite –che le fragole odiano sentirsi addosso.
Nell’insieme, un esperimento altamente positivo. E poi è a due passi da casa, quindi sarà anche più facile trasportare i quintali di fragole che intendo produrre. Ah, attenzione alla nottua, quella larva di farfalla che con i suoi cinque centimetri di eterna voracità attacca i colletti delle pianticelle e li motosega senza pietà. Essendo le casse un ambiente molto circoscritto è bene, prima di trapiantare lettughe e canaste, rimuovere e lavorare la terra con zappette e sarchielli per cercare appunto larve surretiziamente introdottesi senza permesso e senza biglietto.

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