Un annetto fa mi hanno regalato una delle meraviglie del
creato: un kindle, cioè un tablet=tavoletta, proprio come quelle che i piccoli
romani ai tempi di Marco Caco si portavano a scuola, complete di stilo per
incidere la cera per prendere appunti mentre Cicerone spiegava quanto fosse
becero Catilina. L’unica differenza è che la cera è scomparsa per lasciar posto
ad un touch-screen, e che dietro questo touch-screen si celano quantità
impressionanti di pagine, virtuali fin che si vuole ma ben leggibili, ed a
volte persino comprensibili. L’aggeggio
può contenere più di mille libri, e confesso che per quanto io appartenga ad
una generazione che sta ben al di qua dello spartiacque digitale –e dunque
giustificata nella timidezza dell’uso dei molteplici gadgets in circolazione-
sono stato sedotto, convinto ed infine conquistato dal magico marchingegno.
Io amo leggere
le versioni originali delle opere che nascono in inglese, e spesso mi sono
rammaricato di non trovare i testi originali nelle varie librerie: ma se già
con la nascita di Amazon.com il problema venne in parte risolto perché potevo
ordinare i libri oltreoceano, con l’avvento di kindle (o qualsiasi suo parente,
immagino) è ormai possibile ottenere quasi qualsiasi testo in meno di un
minuto. Non solo: moltissimi libri, soprattutto i classici, sono gratuiti, e
quanto agli altri, costano la metà delle loro versioni cartacee. Ieri per
esempio mi sono scaricato praticamente tutto Conan Doyle (quello di Sherlock
Holmes), di cui ignoravo le numerose opere non sherlockiane; e lo stesso ho
fatto con Kipling, di cui ho scaricato almeno venti lavori a me ignoti. Il
tutto gratuitamente, e trasmesso in pochi secondi lungo le imperscrutabili vie
del web. E’ una vera manna per chi, come me, quando si innamora di un autore o
autrice tende a comperarne tutti i libri, ben sapendo che la ricerca cartacea è
difficoltosa e transita inevitabilmente attraverso le forche caudine delle
limitazioni editoriali, dell’ignoranza dei commessi, delle traduzioni approssimative.
Certo, una
delle obiezioni più frequenti suona più o meno così: “Ah, ma vuoi mettere il
piacere di tenere in mano un bel libro, dello sfogliare le pagine…” Tutto vero.
E’ pure vero che i libri son belli da vedere, quando stanno sugli scaffali a
proteggere la cultura casalinga. Ma se uno è abituato a leggere in ogni
circostanza possibile, ecco che il kindle è utilissimo: te lo porti
dappertutto, lo puoi tenere in tasca, se non ci vedi tanto bene da vicino puoi
ingrandire i caratteri fin che ti pare, se non conosci una parola ecco che con
un semplice tocco la puoi evidenziare e subito appare il dizionario incorporato
che te la spiega (il dizionario è leggermente parziale ed un po’ ignorante sul
versante etimologico) e se vuoi te la sottolinea e puoi persino fare una
piegolina virtuale sull’angolo della pagina per poi ritrovarla. E ci stanno
moltissimi libri, una biblioteca intera!
Quando fuori
casa la nebbia infittisce ed il freddo umido induce ad approfittare del
fuocherello e della poltrona, non si tira più fuori un librone ed un bicchiere
di vino: adesso si tira fuori il tablet ed il goblet.