Tempo di
innesti. Dicono che il giorno specifico in cui impegnarsi nell’arte sia il 19
Marzo, ma se si sgarra un po’ non si va all’inferno.
Essenziale è aver conservato le marze in frigorifero, perché
il futuro portainnesto –ovvero il selvatico da trasformare in domestico- DEVE
essere “più avanti” della marza stessa. Orbene, ecco come fare:
A gennaio-febbraio, meglio se con la luna calante, tagliate
dalla varietà che volete riprodurre alcuni ramoscelli dell’ultimo anno. Meglio
se sono sani ed abbastanza uniformi nel diametro. Prendetene una decina, se
possibile, lunghi una trentina di cm ed avvolgeteli subito in un sacchetto di
plastica ed etichettateli all’istante. Ripetere con altre varietà e riporre
tutto il malloppo nel frigorifero.
Il 19 Marzo, o
poco dopo a seconda dell’avanzamento vegetativo del portainnesti (è il nome
dato alla pianta da innestare), in una giornata possibilmente senza vento e
senza pioggia. Prendete il secchio che avrete preparato e che è bene contenga:
segaccio affilato bene, cesoia, un coltellaccio o simile, un cacciavite grosso,
un mazzuolo meglio se non di ferro, mastice da innesti, 3 o 4 coltelli di
plastica, nastro da carrozziere (quello biancastro su cui si può scrivere),
pennarello, numerosi legacci, un paio di giornali, o riviste, sacchetti di
plastica trasparente, coltellino da innestatore affilatissimo, e naturalmente
le marze. Spero di non aver dimenticato nulla.
Ecco come
procedere: andate dal portainnesti e spiegategli che, se vuole, avrà una nuova
vita e che non deve preoccuparsi. Scegliete i rami che volete innestare, ben
direzionati e del diametro di 3-6 cm. Se
il portainnesti è giovane può valer la pena di innestarlo sul tronco stesso.
Segate il ramo con un taglio diritto e pulito (cominciare da
sotto per impedire scosciamenti). Legate strettamente a 6/7 cm sotto il taglio.
Mettete il coltellaccio trasversale al centro del taglio fatto e con il
mazzuolo fatelo entrare di circa 3 cm, La legatura sottostante dovrebbe
impedire allo spacco di proseguire più del dovuto. Togliete il coltellaccio,
posizionate il cacciavite al centro e col mazzuolo allargare lo spacco di
qualche millimetro. Il vento asciuga velocemente le superfici che devono invece
essere irrorate ed umide, perciò occorre essere rapidi e ben organizzati, soprattutto
nei prossimi passi. Togliete e scegliete il rametto da cui prelevare le marze,
tagliatene via almeno la prima gemma alla base e con il coltellino da innesti
praticate due tagli longitudinali ed obliqui in modo da fare una punta a
scalpello, cioè larga come tutto il ramoscello. Rispettando la buccia, o
corteccia, che starà all’esterno potete affinare un po’ la parte interna, che
potrebbe ostacolarvi. Appena fatta la punta accorciate il rametto a due gemme e
mettete la marza in bocca per tenerla umida in attesa della seconda marza, che
preparerete subito. Infilate una marza
nello spacco del portainnesti in modo che le rispettive cortecce combacino il
più possibile e col coltello di plastica sigillate sia il taglio triangolare
che quello in cima col mastice. Ripetete l’operazione sull’altro lato del
diametro. Delicatamente estraete il cacciavite e il ramo innestato si stringerà
bloccando le marze al loro posto. Mastice su tutti i punti scoperti, togliere
il legaccio e rilegare poco sopra per assicurare la tenuta delle marze. Adesso
c’è un ramo accorciato dal cui taglio sporgono due cornetti, ciascuno con due
gemme. Fare cartoccio con il giornale e legarlo bene sotto le marze in modo che
non le tocchi ma le protegga. Coprite il tutto con sacchetto di plastica legato
alla base. Praticate un buchetto nella parte bassa del sacchetto (aria e
acqua). Segnate il nome della varietà delle marze sul nastro adesivo che
applicherete al ramo.
Non andate a rompere le scatole all’innesto troppo presto, a
meno che il vento o la pioggia non abbiano semidistrutto il vostro capolavoro e
le varie protezioni non si siano appoggiate sull’innesto stesso. Se il miracolo
è avvenuto, dopo una quindicina di giorni dovreste vedere, spiando cautamente,
un primo bagliore verdino laggiù nascosto fra giornale e mastice e legacci. E’
emozionantissimo. Aspettate tuttavia qualche giorno ancora prima di scriverlo
sul blog, perché le marze possiedono una energia residua e nonostante il
soggiorno in frigorifero, i tagli, le spuntature ed il bagnetto nel mastice, a
volte esprimono un po’ di verde pur senza aver attecchito, ingannando il povero
contadino.
Se la stagione
dovesse essere molto asciutta è opportuno spruzzare un po’ d’acqua all’interno
del conocartoccio. A volte si mette un po’ d’erba, che cederà l’umidità pian
piano. Dopo un mesetto o più bisogna controllare ed eventualmente togliere le
cacciate che il portainnesti, risentito per le preghiere non abbastanza
convinte, avrà pensato bene di produrre in competizione con le marze. Qualora la
marza non avesse attecchito, lasciate pure le cacciate che continueranno a
nutrire il ramo, che innesterete il prossimo anno.
Bene, adesso
che è tutto chiaro aggiungo un solo dettaglio prima di andare ad innestare i
ciliegi: Si innesta mela su mela, volendo su pera, mentre pesche ed albicocche
vanno su pesche ed albicocche e mandorle.