lunedì 25 giugno 2012

Meglio tardi che mai


Scusate il ritardo: dozzine di eventi si sono aggrovigliati in un unico micidiale nodo gordiano e tuttavia eccomi qua, sopravvissuto e pronto ad affrontare ulteriori sfide.
         Sono appena tornato da Trieste, dove la casa di famiglia necessita di aggiustamenti e riparazioni grandi e piccole: quelle piccole le posso fare io e quelle più serie richiedono pianificazione e progetti –che però devono esser funzionali ad un’idea chiara sulla futura destinazione della casa, idea che al momento non è ben consolidata. In ballottaggio ci sono varie possibilità, perché la casa sorge sul proprio terreno di circa un ettaro, con boschetto di pini e tigli, giardino e prato sufficiente a fare qualsiasi cosa, dal tenerci due pecore (uno più raffinato penserebbe ad un cavallo) a farci una piscina … Si vedrà. Nel frattempo mio fratello ed io ci siamo dati da fare a togliere di mezzo tre grossi alberi pericolanti (sappiate che si è civilmente responsabili, in quanto custodi di un bene di proprietà, di eventuali danni subiti all’interno della proprietà stessa da qualsiasi ladro, assassino, viandante, globe-trotter che si intrufoli saltando la recinzione. Sembra pazzesco ma è così: perciò vanno eliminati quanti più pericoli possibile, altro che scavare canali con i coccodrilli o liberare branchi di dobermann!)
         Dopo una decina d’anni ho partecipato alla riunione conviviale che annualmente viene organizzata dalla classe Terza B del Liceo Dante in celebrazione del famigerato esame di Maturità. Questa volta l’occasione era il quarantasettesino anniversario del doloroso evento. Devo dire che, a differenza di una mia precedente partecipazione –doveva essere il venticinquesimo anniversario più o meno- quando fui colto di sorpresa dal generale invecchiamento dei colleghi, questa volta mi son sembrati tutti e tutte assai in forma ed abbastanza pimpanti. Unica nota di demerito: il singolo sardone fritto che fungeva da antipasto; ma siccome eravamo allegri e in riva al mare a scambiarci battute e ricordi, dopo il secondo bicchiere di bianchetto il desolato sardone fu dimenticato in nome delle rimembranze. Simpatici interventi aneddotici di Mario Luzzatto Fegitz, nostro compagno al ginnasio e liceo, che conoscendo praticamente tutto il mondo ha raccontato frizzanti storie intrattenendo l’affamata platea.
         Duro il ritorno in Toscana, dove le famigerate limantrie hanno totalmente defoliato ettari ed ettari di boschi, compreso uno dei miei amati lecci, e molti altri alberi innocenti. Ma la lotta all’invasore continua.