Appena tornati da una gita all’Elba, Marina ed io ci siamo precipitati a vedere come stava l’orto che, pur venendo annaffiato in automatico da vari sistemi e subsistemi, è pur sempre una parte delicata e assai sensibile della famiglia, ed è perciò saggio controllare che tutto vada bene. All’improvviso sentiamo un rumore in una delle macchie di querce che circondano il campo. Immobilizzati sul posto ci scambiamo uno sguardo sorpreso: è un rumore strano, diverso dai soliti fruscìi fagianeschi e dal classico bullottesco incedere del cinghiale, somiglia di più al morbido strusciare che farebbe un grosso gatto che avanzi nel sottobosco, o forse ad un boa constrictor che s’aggira nella giungla. Ma i boa da queste parti scarseggiano ed i gatti non superano le misure standard, perciò: chi è? Procediamo a passettini, passiamo sotto l’arco di rose selvatiche e vitalbe che dà accesso all’orto ed ecco uscire dal folto un animale bellissimo, fulvo, elegante: un capriolo maschio dai muscoli guizzanti sotto la pelle lucida e pulita che da bravo fa il giro della recinzione per poi infilarsi di nuovo nel boschetto sopra la fonte. Il capriolo, nel suo esser parente della capra, ne condivide pure gusti e tendenze, e pur sembrando più gentile ed aggraziato temo sia un buongustaio, soprattutto per quel che riguarda foglie di vite, rami d’ulivo, fiori ed orticelli. Se si limitasse a brucare la gramigna ed il convolvolo avrebbe tutta la mia solidarietà, anzi, gli darei anche un medaglia: ma quelle labbruzze sensibuli e tremule troppo bene s’adattano alle foglioline di lattuga e rucola, di ravanello e fagiolino. Il capriolo ha un’altra caratteristica, quella di saper saltare. Così direi che siamo completi: i fagiani volano ovunque, i cinghiali non volano ma scavano ed adesso i caprioli che saltano. Direte voi: ma il fucile non ce l’hai? Sì, ce l’ho, ma a parte il fagiano –che ogni tanto trova la via della pentola- questi altri sono troppo belli, troppo formidabili nel loro improvviso apparire, e troppo magici per essere abbattuti. Perciò dovrò attivare le vie diplomatiche, trovare il modo di far loro sapere che non intendo ucciderli, ma che loro faranno bene a rispettare le recinzioni. Se poi si comporteranno bene, potranno anche considerare questo luogo come un sorta di rifugio (da queste parti tutti sembrano sparare a tutto, cartelli stradali compresi). Domani cercherò uno di quei rotoli compatti di sale di cui vanno ghiotti sia i cinghiali che i caprioli e lo appenderò a qualche quercia, per sigillare il patto.
Nel frattempo farò bene a chiudere i cancelli della vigna, che finora ho tenuto disinvoltamente aperti.
aloha! avrete anche i caprioli, ma ... qui abbiamo i pinguini!
RispondiEliminala discesa in città di stamani, a -4, è stata davvero spettacolare; turbini di neve (tu sai, la bora...) avvolgevano le macchine, mentre i poveri tergicristalli sembravano asciugarsi gli occhietti per vedere qualcosa.
stupendo!
come vedi, leggo e commento. haha! besos