Little
Grillo si stava pian piano riprendendo dalla grande sorpresa e guardava lo
stretto passaggio fra il fogliame dove la Civetta era appena scomparsa, quando
sentì il rumore di foglie scostate bruscamente ed una voce dura e rabbiosa che
intimava: -“Basta! Smettetela subito! Credete di
star facendo una passeggiata? Avanti, avanti!!”- Era il suo fratello maggiore, Grillone, che
cavalcava un paio di Coccinelle strettamente impastoiate: le Coccinelle
tentavano di allungare le linguette per per leccare un po’ della dolce rugiada
dalle foglie della Quercia, ma Grillone non glielo permetteva. Teneva stretta
una frusta che faceva ondeggiare con rabbia. Quando vide Little Grillo che se
ne stava fermo lì, la sua ira sembrò crescere, e si mise a urlare:
-“Ancora qui! Quante volte te
lo devo dire? Va via! Non puoi stare sul mio Ramo, se non paghi l’affitto.
Vattene subito!”-
-“Me ne vado, fratellone, me
ne sto andando…”-
-“Sì, e vattene in fretta. Se
ti prendo un’altra volta a bighellonare per la mia proprietà..!”- La minaccia era abbastanza chiara: Grillone
era grasso e forte, molto più grosso del suo fratello minore, e come tutti
sapevano, era spietato. Sarebbe stato capacissimo di scaraventare Little Grillo
giù dal Ramo senza pensarci due volte, condannandolo ad una fine sicura. Con un
ultimo sguardo corrusco Grillone tirò brutalmente le redini allontanando le
Coccinelle che erano quasi riuscite a leccare una fogliolina.
Little
Grillo se ne andò tristemente verso un ramo laterale più piccolo, un’apertura
che gentilmente gli permise di scomparire in mezzo alla lussureggiante
fantasmagoria di foglie luminose e ombre profonde. Grillo amava il Ramo Lungo
che gli aveva dato nutrimento e da sempre gli aveva fornito un bellissimo luogo
dove abitare… Ed ora solo a causa di quell’arrogante, tirannico Grillone se ne
doveva andare. Ma, dove?
Molto preoccupato all’inizio, ma recuperando
velocemente il suo equilibrio grazie all’aiuto delle benevolente e guaritoria
atmosfera della Piccola Grande Quercia, Little Grillo si fermò un momento alla
giunzione dove il magro ramo su cui camminava incontrava un ramo più grosso: si
accomodò su uno sterpettino e, ispirato dalle dolci sfumature verdi ed azzurre
che lo circondavano si mise a suonare la sua allegra canzone, echeggiando sotto
le volta verdeggiante. Non aveva suonato a lungo quando le sue antenne
avvertirono, e contemporaneamente i suoi occhi videro, una foglia sollevarsi
con grazia: una grilla femmina molto elegante entrò nella radura. Si fermò e
gli fece un gran sorriso.
la grillina(che fortunatamente ignorava il divieto di aprir bocca)così parlò
RispondiElimina"Ma dimmi orsù, bel giovine, io mi chiamo Elitra e tu, come ti chiami?"
"La 'mi mamma m'ha chiamato Little Grillo, sperando che emulassi i gorgheggi del suo idolo, Little Tony, ma gli amici mi chiamano Elvis. Secondo loro sono il più virtuoso dei grillini canterini!"
"Non solo per i tuoi amici Elvis, pure a me piace molto come canti, moltissimo...ma io ti piaccio?"
Elvis la guardò con gli occhioni sbarrati per poi abbassarli pensieroso.
"Cosa c'è, non ti piaccio?!" Elitra assunse un'espressione corrucciata.
"No, no! Elitra, anche tu mi piaci tantissimo e vorrei tanto metter su un duo canterino con repertorio country-rock ma..."
"Dimmi" lo incalzò la bella
grillina preoccupata da quel "ma"
"Ma...cosa?"
"Sarà difficile formare un duo, dolce Elitra, fintanto che Grillone, quel prepotente di mio fratello maggiore, spadroneggia sul Ramo Grande, proprio quello in cui vorrei vivere con te!"
Elitra abbassò i suoi grandi occhioni con fare malizioso e sorrise...
(continua)