Little Grillo viveva sul Ramo Lungo, uno dei rami più
vecchi e possenti della Piccola Grande Quercia, vicino al limitare
meridionale della Foresta Vivente. Era
un giovane grillo curioso per natura e desideroso di esplorare il Ramo Lungo
per quanto possibile, spesso fermandosi
solo per intonare la sua allegra canzone che rifletteva la luce delle stelle
fra le foglie e solleticava con gentilezza il tenero muschio che copriva
l’antica corteccia.
La Piccola Grande Quercia era molto contenta di ospitare il gran
numero di creature che abitavano il meraviglioso labirinto del suo immenso
fogliame: lei era l’albero più anziano dei dintorni –in effetti era uno degli esseri
più antichi di tutta la Foresta- e la sua esperienza era profonda e secolare.
Sapeva, naturalmente, che alcuni degli animalini che avevano trovato rifugio
fra le sue foglie non apprezzavano la loro fortuna e che non si sarebbero mai
sentiti grati per la protezione, il cibo, la compagnia che procurava loro.
Tuttavia era una saggia nonna, e dunque sapeva anche che tutto passa e si
trasforma, e che tutte e tutti noi dobbiamo cantare la nostra canzone in questo
Mondo stupendo.
Un giorno
Little Grillo avvertì una presenza sopra di sé e mentre un brivido percorreva
le sue delicate elitre si girò e vide un Grande Essere posato su un ramo appena
più in alto, e l’Essere aveva due enormi occhi che lo fissavano. Grillo era
paralizzato dalla paura, ma la Grande Civetta, perché era proprio lei, con
gentilezza fece :”Hu, hu!”, e soggiunse: ”Non aver paura, piccolo amico. Ho
sentito la tua melodia e volevo vedere chi era quel Portatore di Fortuna che
suonava quell’allegra e vivace canzone. Adesso ti ho visto, e vedo che hai una
Civetta nell’occhio.”
“Mmm…
piacere mio, Grande Civetta, signora, io, io… Io sono Little Grillo,
signora…” Mai prima d’allora in vita sua
Grillo aveva visto un essere alato così possente, e nella sua meraviglia era
anche terrorizzato all’idea d’essere mangiato lì per lì. “Sono contenta di averti conosciuto, Un
Occhio di Civetta, -disse la Civetta- e grazie per la tua canzone. Ho già
mangiato, non devi preoccuparti… Ed adesso vedo che in realtà hai due civette
negli occhi, così tu sei Due Occhi di Civetta, piccolo amico.” E con queste parole la Grande Civetta volò
via.
Due Occhi di Civetta
RispondiElimina"l'acqua di una lacrima d'addio
sarà l'ultimo regalo
che da voi riceverò"