La
Grande Civetta, di ritorno dalla sua spedizione esplorativa pomeridiana, volò
attraverso le foglie danzanti del Ramo Lungo e si fermò proprio nel punto dove
aveva incontrato Little Grillo. Vide Grillone che frustava e scalciava le due
Coccinelle che avevano riprovato a raggiungere le dolci gocce di rugiada con le
linguette.
“Saluti, signore…”
Sorpreso, Grillone guardò in
alto con una certa paura, perché aveva riconosciuto la voce e perché le Civette
erano esseri piuttosto pericolosi nel mondo della Foresta Vivente. Strinse la
presa sul manico della frusta e con aria di sfida, quasi a nascondere il suo
timore, squittì: (frinì)
“Salve a te. Io sono
Grillone, il Signore di Ramo Lungo, dove ti sei posata in questo momento. Cosa
vuoi?”
“ Vi dispiace, caro signore" -disse la Civetta cortese-
"se trascorro il resto della giornata sul vostro Ramo? Potrei starmene seduta
qui ad aspettare la notte?”-
“ Chiunque sieda o passi sul
mio Ramo deve pagarmi” rispose Grillone con un sogghigno: aveva deciso che la
gentilezza della Civetta era un segno di debolezza, e che gli era capitata una
buona occasione per ottenere qualcosa facilmente.
“ Ho, ho,”- disse
pensosamente Civetta -“ E, che tipo di pagamento dovrebbe essere?”
“ Mi porterai del cibo,
domani a quest’ora. Farai in modo che il mio pranzo sia pronto qui ad
aspettarmi, esattamente a quest’ora, un giorno da oggi.” La sua aria arrogante
nascondeva a malapena una sensazione di paura che ancora avvertiva, ma ormai Grillone era
convinto di aver manovrato l’incontro a proprio vantaggio.
“ Ho, vedo. Hmm… Molto bene
allora, domani a quest’ora, in questo posto, ci sarà un pranzo.”
Grillone spronò e scalciò le Coccinelle finchè le
obbligò a mettersi in movimento: non poteva sopportare che quelle gentili,
innocue creature riuscissero a succhiare un po’ della linfa che amavano tanto.
Avevano avuto qualche tempo per provarci, durante la conversazione del padrone,
ma adesso Grillone era ancora più arrabbiato del solito e sentiva con urgenza
il bisogno di punirle: frustava e berciava e scalciava dirigendosi verso un
vecchio e largo pezzo di corteccia che veniva usato come riparo e come stalla.
E’ triste da dirsi, ma la verità è che l’indulgenza con cui Grillone si era
permesso di manifestare la propria rabbiosa brutalità si era protratta per
talmente tanto tempo da fargli dimenticare del tutto la sua originale essenza
grillesca: essere un Portatore di Fortuna. Così, per quanto si possano trovare
delle giustificazioni andando a cercare fra le difficoltà adolescenziali della
sua gioventù, egli aveva deciso di essere un Portatore di Dolore ed un tiranno.
...sarebbe bello che il mondo andasse proprio come nelle favole dove, bontà, onestà e amore sempre trionfano sulla cattiveria, disonestà e odio...
RispondiEliminaecco dunque la "mia" versione "consolatoria":
Elitra conosceva bene Grillone!
più e più volte quello sbruffone, con la sua voce sguaiata, l'aveva corteggiata...ma quel grossolano grillo non era certo il principe azzurro che lei sognava nelle notti di luna piena quando, appoggiata al balconcino del suo rametto, ascoltava rapita le serenate dei grilli innamorati.
così decise di mettere al corrente del suo piano Elvis, col quale già sognava nozze e confetti!
"Ascolta Elvis" iniziò senza indugi" ho un piano, un piano per noi."
"Un piano, Elitra? quale piano...!"
"Il piano prevede un aiutino della Grande Civetta, famosa melòmane, che tanto t'ammira e tanto odia le prepotenti stonature di Grillone. fidati funzionerà!"
"funzionerà?" chiese sbalordito Elvis "come funzionerà!"
"Calmati, lascia fare a me!"
detto fatto salì sul Ramo Grande e chiamò Grillone. questi, non se lo fece ripetere due volte e cominciò a blandirla col suo fare gradasso urlando una melodia tutta stonata.
in men che non si dica un ombra bianca si posò leggera sul Ramo Grande e...zàcchete, fece un sol boccone dello stonato Grillone!
"Ehi Elvis! vieni su! tuo fratello maggiore non c'è più!"
"Sì sì, ho visto!" replicò frastornato Elvis "ma come la mettiamo con la Grande Civetta?!"
"Tranquillo! Stai tranquillo amor mio. Sali da me!"
...fintantoché in Natura ci saranno civette melòmani, i grilli daranno il massimo per cantar bene...ed Elvis, in effetti, poteva star tranquillo!