lunedì 5 agosto 2013

La notte dell'orso 2


Mattina presto, il cielo turchese ed arancione: siamo in quattro o cinque ad aspettare il nostro turno alla macchinetta del caffè, o a coccolare il cappuccino appena conquistato. Dal balcone vediamo arrivare Eagle, che di solito si presenta all’appuntamento mattutino molto elegante e curata, tutta scarmigliata e con la gonna lunga spiegazzata e lo scialle di traverso– indossa sempre gonne lunghe e scialli, non si capisce come faccia visto che siamo in mezzo ad un bosco - . Racconta la storia, tutti l’ascoltiamo a bocca aperta, aggrappati ai nostri cappuccini come ancore di salvezza. Mentre procede, ognuno si aggrappa al proprio cappuccino come fosse un’ancora di salvezza. Son brutte notizie, queste. Sappiamo che un orso una volta trovata la strada non smette di gironzolare intorno alle case, come se avesse perso quella onesta, istintiva repulsione verso gli umani che contraddistingue tutti gli animali selvatici, e sappiamo pure che non c’è praticamente modo di indurlo ad andarsene definitivamente. Tutti ricordiamo che l’anno scorso un orso bruno, forse lo stesso, ha fatto irruzione nel recinto del pollaio ed è stato sorpreso da uno dei ragazzini, Sage: l’orso se ne stava ritto in piedi in mezzo ai polli terrorizzati, con un pollo per mano ed altri due schiacciati contro il petto enorme.
Il consiglio della piccola tribù si è riunito ed ha deliberato: un orso che si comporta così, dispiace dirlo, va abbattuto.  Non c’è altro modo per liberarsene: continuerà a ritornare e ritornare, e prima o dopo provocherà una tragedia, perché è imprevedibile, pesa oltre duecentocinquanta chili, corre due volte più veloce del pièveloce Achille e se per caso riesce a metterti le zampe addosso, non c’è speranza: le sue braccia sono grosse come le nostre gambe e le gambe come il nostro petto. e con una sberla ti stacca la testa.  Perciò bisognerà attirarlo in una trappola ben congegnata, qualcosa che non possa subodorare, e piazzargli un paio di colpi di carabina sotto l’ascella. La testa sarebbe un buon bersaglio, me l’osso della fronte è sfuggente, oltre ad essere massiccio, e può deviare un proiettile: perciò non si spara alla testa, ma al cuore e di fianco. Se aspetti di vedertelo in piedi e di fronte, per mirare meglio,  in genere è troppo tardi, e se spari ad un animale devi esser sicuro di ucciderlo. Non vuoi che, ferito, se ne vada a morire di infezione nei boschi, o, peggio ancora, che ti si rivolti contro.
Non ho assistito all’agguato, ormai ero partito per ritornare in Europa, e dunque non conosco i particolari dell’evento. Sicuramente però fu spiegato al bosco ed ai suoi abitanti che il sacrificio del grosso animale era dovuto a necessità e non a divertimento. Nella nostra scuola l’uccisione era considerata un atto sacro: inevitabile ma da non prendersi mai alla leggera.
Rocky, Eagle e Moose organizzarono la trappola lasciando un po’ di cibo sullo spiazzo dove a volte si mettevano gli avanzi per i corvi, e quando l’orso si avvicinò due carabine spararono contemporaneamente, fulminandolo.
 La sua pelle adesso giace immensa sul pavimento della libreria della casa madre, ed Eagle quando transita per il mattutino rituale del cappuccino ne accarezza la testona ormai inoffensiva con le frange della lunga e ben stirata gonna.

1 commento:

  1. la libertà si paga con la vita. si chiama "pena capitale"(troppo capitalista...!)
    la schiavitù è come fine pena mai: ergastolo(politicamente più corretto...)
    la trascendenza è quel sogno esotico nel quale tu guardi negli occhi l'orso e lui guarda te. ti ricordi? quando nelle grotte primordiali ci si accudiva i cuccioli a vicenda?
    un sogno che è stato vero per qualcuno da qualche parte per qualche tempo.

    per poi svegliarsi in questo mondo diviso.
    dalle paure, dall'ignoranza, dalle lingue, dalle usanze, dagli Dei.
    nel sogno innocente del bambino ateo ogni fratello era uguale, ogni gioco giocabile ogni volo possibile.
    non è colpa nostra se siamo stupidi e cattivi.
    è colpa della stupidità e della cattiveria che sono gratis.
    dovremo pagare un prezzo, allora, per essere migliori, dici?

    non dir cazzate fratello.
    pensa solo ad esser, almeno, un sano ed autentico figlio di puttana umano!

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