mercoledì 20 marzo 2013

Happy Brunette ed i Marmi di Paros




         Aggirandosi fra gli spazi espositivi dell Fiera del Marmo a Carrara, Happy Brunette non mancava di raccogliere miriadi di informazioni con il suo sguardo in apparenza svagato e sorridente, eppure ben sveglio ed attento come si confà ad ogni mercante in esplorazione.
         Statue, statuette, fontanelle, rosoni, piccoli telamoni, e piastrelle, mattonelle, sbalzi, cordonature, cornici… Tutto marmo lavorato, per lo più bianco ma anche di mille altre sfumature, in parte dovute alla presenza di pietre di altra natura, rosso di Verona, verde Guatemala ed in parte alle eleganti intrusioni e venature che madre terra ha artisticamente evocato intessendole nella nobile materia.
         Non ci volle molto prima che Happy Brunette notasse uno spazietto espositivo, in fondo ad una delle corsìe, da cui si alzava del fumo a sbuffi, ed ogni tanto qualche voce dallo strano accento. Il nostro, dotato di cappello afghano e barba folta e ricciolina, si affacciò curioso, e subito venne invitato ad entrare da un gruppetto di tre o quattro greci, altrettanto barbuti sia pur senza cappello, che si bevevano un tè condito di lokum ed altri pasticci. La conversazione proseguì in due o tre lingue diverse, e siccome si poteva contare sulla formidabile capacità comunicativa di Happy e sulla sua abilità ad estrarre racconti e storie dalle persone, oltre che al desiderio dei greci di interrompere la noia mortale che li affliggeva e che era dovuta alla totale assenza di clienti, fu ben presto evidente che i greci avevano perso ogni speranza di vendere il loro marmo.
         Il marmo dell’isola di Paros, donde venivano i mercanti e la loro merce, è uno dei marmi più belli del mondo. Perfettamente bianco, meravigliosamente statuario (fu probabilmente il marmo usato da Prassitele e Fidia), quando viene tagliato come in questo caso in piastrelle quadrate di trenta centimetri per lato presenta una superficie bianca abbagliante decorata da scagliette brillanti e riflettenti, forse di quarzo. Le scagliette, messe lì da madre natura, son posizionate con assoluta regolarità, ogni tre centimetri, e l’effetto è assai notevole. Non esisteva nulla del genere presso gli altri espositori, eppure i poveri greci, relegati nell’ultimo spazio, rimanevano ignorati dai flussi di visitatori e compratori.
         Allertato sulla questione, Happy Brunette decise che era ora di agire.
Individuato un potenziale compratore americano che stava contrattando lì vicino, con il suo modo di fare di onesto levantino lo indusse a fare due passi fino allo stallo dei greci, che subito accolsero il nuovo ospite con una bella tazza di tè e mezzo vassoio di dolcetti esotici. Quando l’americano vide le mattonelle di Paros se ne innamorò all’istante. Capì subito che erano proprio quello che gli ci voleva per decorare le due ville Texane del cui arredamento era incaricata la sua compagnia di architetti.
         Fu firmato un ordine di spedizione enorme, almeno dal punto di vista dei greci che erano ormai pronti a lasciare la fiera con le pive nel sacco: unica condizione posta dall’americano fu che Happy in persona curasse imballaggio e spedizione, lavoro per cui sarebbe stato ben pagato. Ci fu anche un tentativo da parte del cliente di assicurarsi i servigi di Happy anche in Texas, per sovrintendere alla messa in opera, offerta che fu graziosamente respinta; ed un altro approccio da parte dei greci che volevano che li rappresentasse sempre ed ovunque. Ma Happy Brunette aveva di sicuro altre avventure in prospettiva, e si dileguò dopo strette di mano e ringraziamenti copiosi.

2 commenti:

  1. Paros, Happy Brunette ed il tuo delizioso quadretto in prosa, fan decollare i miei ricordi al tempo dei venti e delle vele...

    parlo proprio di quel piccolo e robusto ketch in legno che tu ben conosci!
    l'anno seguente il tuo imbarco, partii da Sibari(dove la barca svernò) per il primo mitico viaggio in Grecia. meta finale Delos, passaggio obbligato Itaca!
    con l'amico Antonio, studi classici e cuoco provetto, si decide di evitare il noioso canale di Corinto e di circumnavigare il Peloponneso che riserva straordinari siti storici e paesaggistici(tra questi ultimi Elafonisos è imbattibile!).
    orbene, giunti nella deliziosa Spetses chiedemmo consigli ai vicini di barca. ma ce ne diedero solo uno: partite presto!
    quel "presto", dopo una notte di banchetti ed apotropaiche libagioni al dio Bacco, significò per noi partire ore sette(tardissimo per l'Egeo ed il suo signor Meltemi...)
    in breve. il genoa si aprì in due e ci trovammo a dover ridurre vela al punto da filare a sette nodi col solo yankee!
    Milos, che puntavamo all'orizzonte, ci accolse stremati la sera.
    il vento s'era portato via il tender(per fortuna il fuoribordo era legato al pulpito)e bruciata la girante dell'acqua nel tentativo sisumano di risalire il vento a motore...!

    per quell'anno la nostra odissea finì lì.
    Delos e quindi Poros che è in rotta, rimasero per anni ancora, le mitiche isole dei miei sogni!

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  2. mio caro Scudo, scusa se ti piango sulla spalla, ma sei l'unico che mi può capire...
    erano le otto, stamani, e solo dopo un po' ho realizzato che quell'ammasso di penne appiccicate alla rete era tutto ciò che restava del mio galletto.
    da due giorni, per assecondare Caterina, chiudevo all'imbrunire gallo e gallinelle nella voliera. normalmente dormivano vicinissime a casa, sui rami del pesco.
    un po' di cacchine, certo. tutta salute per la pianta, mi dicevo.
    -e fanno sporco e fanno puzza non le voglio più qui!

    è stata una faina, immagino.
    ho notato una maglia della rete allargata. ha straziato il collo come fosse Dracula!
    -ecco risolto il problema!
    mi dice per confortarmi, la romagnola...
    -niente più tutte quelle galline e pulcini a giro!

    sì, lo so.
    l'amore per gli animali coinvolge. ne hai uno e ne vorresti cento!
    all'inizio qui sembrava uno zoo: tacchini, anatre, conigli, oche e varie razze di galline(le cocincine le più belle!)

    il tutto per la felicità di Winston, che bonariamente talora le rincorreva...
    ora lui non c'è più e nemmeno lo zoo.
    quel galletto era l'ultimo testimone dell'era dell'abbondanza!
    son rimaste quattro spaventate gallinelle(ritornate prontamente sul pesco!). il povero galletto le ha difese strenuamente fino alla morte.

    'azzo, non si può mai avere tutta la felicità riunita insieme!

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