lunedì 22 aprile 2013

Il Cerchio della Legge. 2

Il Cerchio della Legge. 2


         “Il Cerchio della Legge è stato disegnato e sviluppato  dalle tribù Iroquois, e rappresenta la prima forma di democrazia conosciuta. Nel Cerchio della Legge si distinguono otto posizioni, ed in ogni posizione siedono due Capi, una Capa Donna ed un Capo Uomo. Nel mondo dei nativi americani,  era impensabile che a qualsiasi discussione di qualche importanza non partecipasse un numero equilibrato di donne ed uomini. Sapevano che decisioni equilibrate non possono esser prese che da Consigli equilibrati. E siccome il Cerchio della Legge era il Consiglio dove venivano discusse le Leggi, e visto che le Leggi avrebbero influenzato la vita di tutta la tribù, era fondamentale che il consiglio fosse equilibrato. Il consiglio si riuniva ogni quattro anni –a tutt’oggi negli Stati Uniti l’incarico presidenziale viene rinnovato ogni quattro anni- e vi venivano presentate le quattro frecce della Legge, portate attraverso una porta come quella che abbiamo costruito per la Danza.”  Swan si volta verso il portale che simbolicamente chiude l’area dove si danza e si inchina leggermente: è una Porta della Vittoria, un grande Pi greco di grossi pali decorati di foglie e fasci di cat-tails, le piante acquatiche che durante il secondo giorno vengono portate a grandi mazzi nel campo in modo che i Danzatori possano ricordarsi del valore dell’acqua, ed assorbire un po’ dell’umidità che generosamente i cat-tails effondono. Quel portale è l’unica apertura da cui è consentito passare durante i quattro giorni e le quattro notti della Danza.
         “L’ingresso delle quattro Frecce della Legge, bianca, nera, rossa e gialla, colori specchio dei poteri delle quattro direzioni, era salutato dai giovani guerrieri, nel nostro caso giovani impegnati nella grande battaglia per lo Spirito, per la Sé ed il Sé.
         “La battaglia per lo Spirito non ha fine, e nel suo svolgersi conosce vittorie e sconfitte, ed molti sono i caduti. Furono le popolazioni Maya in fuga dalle invasioni europee del Messico ed adiacenze che molto tempo fa portarono le Sacre Frecce della Legge, e con esse la conoscenza delle Ruote di Medicina a Nord, attraverso le immense pianure nord americane: chi le portava erano le avanguardie, persone di Medicina che avanzavano in territori ostili, senza armi perché era essenziale che fosse chiaro il loro intento pacifico, ed ogni persona di Medicina era seguita da una sola guerriera, o guerriero,  le cui armi servivano esclusivamente alla caccia. Avanzavano nonostante le perdite, pur sapendo che l’avanzare della civiltà e della libertà è sempre osteggiato dai primitivi che fondano le loro vite e le loro società sull’asservimento dei più deboli, sulla guerra e sulla schiavitù.
        
         “Eppure, sia pure attraverso il sacrificio di tante persone di Medicina, la filosofia spirituale delle Ruote di Medicina si fece strada nei cuori e nelle menti delle tribù semiselvagge del Nord, fino ad incontrare altre genti che avevano sviluppato una civiltà basata sull’equilibrio dello Spirito e della Materia, di cui avevano individuato la natura comune. Ma affinchè questo matrimonio potesse avvenire e le Ruote di Medicina trovassero una nuova fertile sede, dovettero cadere molti scudi di salice dai simboli colorati, portati alti in segno di pace. Fu da questo magico incontro nacque il Cerchio della Legge”

1 commento:

  1. Scudo, in questi giorni lo spread è alto. molto alto.
    e non è un caso se in questi giorni sto leggendo le tue "prove" e sto pensando alle mie. e le confronto.

    non è solo questione di metodo, fede, coraggio.
    per quanto mi riguarda è soprattutto confusione, bestemmie, paura.
    come in ogni bufera che si rispetti solo una cosa sappiamo: che finirà. ma quello che non sappiamo è quando.
    epperciò mi do un contegno. mi faccio la barba, accarezzo i gatti, faccio giocare le canine, mando giù qualcosa e passeggio tra i meli in fiore che col loro profumo inebriante mi fan puntualmente sorridere.
    e sorridendo penso alle mie piccole miserie e con riconoscenza, alle grandi disgrazie dalle quali non sono mai stato chiamato per...manifesta inadeguatezza!

    amico Scudo, io conosco il piccolo cabotaggio e lascio volentieri a chi è più attrezzato di me, imprese ed onori.
    come no. amo sentir di chi a attraversato i mari, chi scalò le vette, chi vide la luce.
    ma poi lo so. io la sera amo tornare al porto. al massimo farmi un bicchiere in compagnia cercando di non fingere d'esser quel che non sono.

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