Eravamo esausti, ben più di quanto fossimo mai stati prima
nel corso delle nostre vite. Io ero uscito dal cerchio della Danza in uno stato
di trance, guidato dal desiderio dell’ombra e dal miraggio di quei tenui aliti
d’aria che ogni tanto percorrono i sentieri fra gli alberi, anche nelle estati
più torride. Raggiunta la zona d’ombra ero precipitato al suolo cominciando a
riposare già durante il breve viaggio da eretto a prono. Le braccia
abbandonate, la guancia posata su foglie e rametti, ghiande e sassolini. Oblìo,
respiro, zanzare, oblìo. Ma non ore di oblìo, bensì pochi minuti, forse un
quarto d’ora. Poi ecco avvicinarsi l’antipatico rumore del quad di Swan, che
segnalava la fine del dolce riposo: ci volevano ancora uno o due minuti prima
che il rumore ci raggiungesse, facesse il giro della radura e si fermasse un
po’ più in là, dando a Swan il tempo di aggiustarsi la casacca dorata ed il
cappello e di prendere la cartellina con i fogli della storia del giorno. I
quegli ultimi istanti occorreva raccogliere le forze, disperdere le nubi e
sedersi a gambe incrociate sul posto, assumendo un’aria attenta ed interessata,
come se del dolce letto di foglie non ci importasse più niente, adesso che
erano arrivati gli insegnamenti. Ed in effetti l’insegnamento di oggi sarebbe
stato uno dei più importanti, uno dei più antichi e sofisticati.
“Good afternoon, Dancers!”
Swan non era molto alta, ma il suo portamento, la cura del trucco, la
sua bellezza elfica e la sicurezza con cui muoveva ogni passo e pronunciava
ogni parola ne facevano una figura di rilievo. Anche il ruolo che ricopriva
nella piccola tribù le conferiva un’aura che potere che richiedeva rispetto ed
attenzione. Dopo il capo supremo Swan era il primo ufficiale, insieme a Falcon,
ed entrambi, come da tradizione nativa americana, erano in posizione di potere
assoluto.
“Dancers!” Il
suo sguardo era rivolto verso di noi, ma non si fermava su nessun viso e non si
focalizzava su alcun dettaglio. Compito di Swan in quella circostanza era di
sentire l’energia, di percepire quale sarebbe stato l’approccio che meglio
avrebbe permesso alle complesse informazioni che stava per darci di farsi
strada nelle menti del gruppetto di dieci danzatori e danzatrici seduti
all’ombra delle madronas, alterati da due giorni di digiuno da cibo e acqua,
sempre danzando sotto il rovente sole della California del Nord.
Eravamo al tramonto del secondo giorno di
Danza del Sole, e quanto ad alterazione non potevamo certo lamentarci. Domani
sarebbe stato il terzo giorno, il più micidiale dal punto di vista fisico, ma
molto speciale dal punto di vista psichico. Poi, il quarto giorno, sarebbe
stata portata l’Acqua. E poi la Danza sarebbe stata conclusa, ed infine
celebrata con una grande festa. Ma nel frattempo eravamo sotto le madrone,
preda di poco rispettose zanzare e tenuti svegli dallo sguardo di Swan e
dall’imminente lezione.
“Dancers!
Sveglia!” Lievi movimenti circospetti, qualche aggiustamento di assetto da
parte nostra. “E’ tradizione antica che la sera del secondo giorno della Danza
del Sole e della Terra venga condivisa con i Seekers una delle più importanti e
sofisticate Ruote di Medicina: il Cerchio della Legge”. Se fossimo stati meno stanchi forse avremmo
reagito con maggiore entusiasmo, ma i nostri corpi pur sollecitati dall’esca
appetitosa non ne volevano sapere di manifestare alcuna eccitazione visibile.
Sapevamo che il Cerchio della Legge era, ed è, una delle Ruote più ambite e
potenti, uno strumento fondamentale per il lavoro personale ed una mappa molto
sicura per chi esplora la psiche. Ma mentre le nostre menti si schiudevano al
richiamo di Swan, richiamo che prometteva acqua di conoscenza per la nostra
sete di informazioni, i corpi giacevano ottusi dalla stanchezza e dalla sete, e
noi potevamo assistere al verificarsi di una dicotomia corpo-mente che avrebbe
permesso, speravamo, il transito di concetti antichissimi e nuovissimi.
esattamente oggi ho terminato Butcher's Crossing di John Williams che, per venti giorni, ha avuto il potere di sospendere problemi e preoccupazioni facendomi volare sulle ubertose praterie del Kansas e tra le segrete valli del Colorado.
RispondiEliminamentre centellinavo l'ultima pagina temevo il risveglio. i soliti problemi. i progetti abortiti. Jonas che avrà vent'anni nel duemila ed io che fra vent'anni ne avrò novanta.
ma no! non è possibile un tale tempismo!(normale per il brujo Scudo...)
ecco pronta la passerella tesa tra le due spalle del canyon, come un invito a continuare a volar sopra le miserie, sopra le crisi ed i muri mai caduti.
-lascia perdere i morti e pensa alla vita- mi dice il Cerchio, quel Cerchio della Legge che racchiude la retta via...
ieri mi son messo comodo nel mio boschetto ripulito. circondato da ciclamini e steso su un tappeto di margheritone bianche e viola.
mi godevo le ultime pagine e pensavo che dovevo dirtelo.
volevo scriverti affinché tu scrivessi del Cerchio della Legge e di ogni altra formula che potessi comprendere.
peccato tu non faccia più incontri...
certo, da quel poco(o tanto) che mi hai detto a proposito della sindrome di Monti(gli "illuminati" fatalmente soffocano nel loro incenso), m'immagino tu disapprovi ogni forma di proselitismo. perciò ben mi guardo dall'importunarti a proposito delle tue iniziazioni e ricerche spirituali.
immagino di averti già scocciato abbastanza con quel presuntuoso invito a scrivere a Grillo!
ma ora rieccomi rapito dal Cerchio della Legge 1, due, tre...good afternoon, Scudo!