Un animalino che mi è sempre stato simpatico è il rospo.
Forse non brilla per la sua bellezza e qualcuno potrebbe sostenere che non è
molto intelligente: ma quanto a questo, bisognerebbe dare prima una definizione
di “intelligenza”. Anche il gatto di Einstein pensava che il suo padrone fosse
grullo quando tardava a metter fuori il piatto della pappa. Tutto è relativo,
gli diceva il buon Albert. Il rospo si
manifesta con piacere dopo una pioggia, quando la sua notevole panza e la sua groppa
lunare non temono insolazioni ed anzi traggono soddisfazione dallo strisciare
nell’erbetta freasca che le solletica e le deterge. Avanza lemme e lento
esplorando i dintorni con quegli occhi che pochi gli invidiano, e come riesca a
mangiarsi zanzare e mosche ed altri velocissimi insetti io non ho mai ben
capito. Forse li ipnotizza, forse ha poteri mentali calamitanti. Se deve
arrampicarsi su un gradino per andare chissà dove allunga una zampa stendendo
l’ascella a dismisura ed allargando una manina (che trattandosi di zampa
dovrebbe essere un piedino) dall’apparenza quasi umana, poi stende una gamba
posteriore ed infine si inerpica come farebbe uno scalatore in parete, trovando
appigli e sfruttando fratture nella pietra e nelle zolle. Abita fra i vasi di
fiori, dove è più umido e dove anche altri piccoli esseri trovano rifugio, ed
ogni tanto fa capolino per vedere come gira il mondo. Il rospo è molto
indipendente: non c’è modo di indurlo a farsi vivo, fa sempre come vuole lui ed
è piuttosto parco di apparizioni. non ha per nulla quell’atteggiamento da star
che hanno alcuni –Nevischio ad esempio, la gatta bianca e nera che sempre si
piazza nei luoghi che meglio la incorniciano e ne sottolineano la grazia e la
bellezza- ed è anzi restìo a farsi
accarezzare e coccolare. Ogni tanto ne acchiappo uno suo malgrado, la prima
volta confesso di aver dovuto superare un certo ribrezzo, e mi sorprendo un po’
di come sia asciutto e fresco, e di come si abbandoni nella mano. Qualche volta
nell’orto se ne vedono le terga mentre si allontana da sotto un cavolo, offeso
dal tramestìo della zappa. Lo saluto e magari gli accarezzo la schiena con un
dito, ma il rospo non è un grande comunicatore. Ognuno per la sua strada,
sembra dire mentre aggira un ciuffo di fagiolini.
ecco finalmente spiegato come fa il rospone ad arrampicarsi sui gradoni!
RispondiEliminaancora ricordo lo stupore che mi prese alla vista di un bel rospo spaparanzato nella vaschetta dell'acqua di Chiorba, il maremmano, neanche fosse una Jacuzzi...
come aveva mai fatto a salire i gradini di casa?
e soprattutto: come aveva capito da lontano, da quell'aia riarsa che lassù, sul terrazzino c'era un po' d'acqua nella vaschetta?!
sono d'accordo con te, Scudo, l'anfibio in questione non sarà gran comunicatore ma certamente è un grande saggio: cosa c'è di meglio di una rilassante Jacuzzi nella propria casetta? ecco cosa voleva dirmi e dirci...