giovedì 25 luglio 2013

Crispa 1


 Crispa 1

Un bel giorno nel corso di una riunione di amici decidemmo che avevamo bisogno di un’asinella. Ancora oggi non capisco bene quale bisogno ne avessimo, ma siccome ero l’unico dei presenti a ricordare precedenti esperienze con animali inutili (ed il lavoro di manutenzione che implicano) e l’entusiasmo era generale mi sembrò meglio appoggiare l’iniziativa piuttosto che contrastarla a colpi di buonsenso: non sempre le argomentazioni sostenute dal buonsenso vengono apprezzate.. In fondo mi piaceva l’idea di andar per boschi con la mia asinella, raccogliere legna e farmi aiutare nei faticosi esboscamenti…. Immagine poetica ma che si rivelò oltremodo illusoria, un po’ come quando fui pastore di pecore, e prima di provarci davvero avevo un’immagine di me stesso danzante sui verdi prati con bianche pecorelle pacifiche, a suonare il flauto….
Vennero divisi i vari compiti, e dell’acquisto dell’asinella furono incaricate due nostre amiche, Bianca e Luna che però vivevano in Sardegna: ma ci facemmo ingenuamente rassicurare dalla promessa di un altro dei presenti che garantì di occuparsi del trasporto via mare (cosa che poi evitò con cura di fare) e la mozione fu approvata, e le due ricercatrici cominciarono a cercare e dopo qualche mese trovarono e comperarono la più deliziosa asinella del circondario, Crispa, e se ne innamorarono proprio come, dicono, succede quasi sempre. In effetti i piccoli asini sono fra i più graziosi animalini che si possano immaginare, viene spontaneo accarezzarli, coccolarli, prenderli in collo, insomma, trattarli come gattini.  Ma l’asino non è un gattino. E’ un animale di branco, con regole di comportamento ben inscritte nel suo corredo psico-biologico: ignorare queste regole va a grave detrimento della sua educazione e di una comunicazione chiara ed efficiente. Insomma, non ci si capisce. Amata e vezzeggiata Crispa cresceva nell’antico e magico Olivario dove fra piante scultoree e querce plurisecolari e praticelli di allegre erbette e chiazze di fiori abitavano già le pecore di famiglia. Quanto a disciplina, zero. Non so se l’asinella fosse consapevole della propria avvenenza, ma certo ne conosceva bene gli effetti seduttivi sulle nostre amiche. Piano piano quei gesti ancillari, quel portare bocconcini prelibati commuovendosi quando Crispa arrivava saltellando all’avvicinarsi della macchina ben presto sviluppò nell’asinella la convinzione che, del branco, lei era l’elemento dominante, in altre parole, era la capa.
Cresci che ti cresci, Crispa fu pronta ad attraversare la grande acqua per affrontare il suo nuovo destino sul continente.
Con spese immense, e svariati certificati medici d’accompagnamento infine il camioncino che la trasportava arrivò quassù dove era in attesa il gruppetto di umani, festanti ed ignari. Crispa si affacciò alla porta posteriore del camion, sorrise conquistandosi l’ammirazione di tutti gli astanti e graziosamente scese la rampetta fino a posare i numerosi zoccoli sull’erba primaverile. Si guardò intorno e battendo le lunghe ciglia sembrò dire: “Ecco il mio nuovo regno. Ecco il mio popolo, che io guiderò verso un glorioso destino asinesco.”

1 commento:

  1. suspense...ecco ciò che smuove Crispa 1 il prologo, epperciò siamo tutti in attesa di Crispa 2, l'epifania ai Meli.
    utile di molto, sarà il tuo argomentare, o Scudo, stante il capriccio in atto di portare a casa due cavallini, ex corridori ma brocchi, ora destinati al macello.
    l'appello fu dato alla tv nel tg delle venti e molto mi colpì i sentimenti più profondi, quelli per intenderci, vicini vicini ai sensi di colpa!
    di colpa, sì.
    perché dagli animali abbiamo avuto sempre più di quello che abbiamo dato loro. ovvero, che io ho dato loro...
    eccomi allora ben disposto e dicevo pure trepidante, in attesa di Crispa 2...la vendetta!?

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