lunedì 3 settembre 2012

Tuoni, fulmini e saette


Tuoni fulmini e saette: dopo una torrida estate che ha visto le olive rimpicciolirsi nel tentativo di restituire alle piante madri un po’ di umidi umori e gli acini d’uva faticare per ingrossarsi almeno un pochino, ecco le tempeste autunnali far capolino, anzi capolone.
         Me ne stavo beato in cucina a spadellare quando un rumore fortissimo e strano, come uno strappo in un tessuto gigante, per poco non mi ha fatto cader di mano la pentola piena di pomodori. La corrente è scomparsa all’istante ed il gruppo di ospiti cantanti che stava lavorando nella sala si è ritrovato al quasi-buio, con la tastiera muta e con le bocche aperte sull’ultima nota.
         Poco male, penso io, saranno saltati un po’ di salvavita e di magnetotermici, questione di fare il giro delle case e di ripristinare i flussi e riflussi delle correnti, oltre a tranquillizzare le ugole d’oro e dar loro modo di ripettinarsi i capelli ritti in testa.
         Effettivamente tutto è ritornato alla normaliità, la corale ha ripreso il Re maggiore su cui aveva fatto pausa ed i pomodori hanno iniziato il percorso che li avrebbe trasformati in sugo all’arrabbiata. Detto per inciso, quando i pomodori decidono di entrare in produzione ci si ritrova con una trentina e passa di frutti belli maturi praticamente ogni giorno, e dunque bisogna destreggiarsi per renderli conservabili: pomodori secchi sott’olio, passate da sterilizzare, sughi pronti da congelare….
         Poi sono andato al cancello automatico che sta ad un centinaio di metri da casa ed è alimentato da una centralina complicatissima la cui scatola di robusta plastica è murata fra le pietre del muro di recinzione, in una nicchia lasciata apposta. Ebbene, il fulmine all’origine del tonfo alieno di poco prima aveva colpito proprio lì, forse attratto dalla rete metallica soprastante il muro, e dopo aver disintegrato mezzo metro di pietre accuratamente murate (adesso c’è un considervole buco, come se una piccola bomba avesse colpito la struttura) ha fatto festa friggendo tutto il contenuto della centralina: le riceventi, le trasmittenti, il citofono –che è saltato fuori dalla sua sede in casa cento metri lontano- i condensatori e tutte le altre frattaglie ivi contenute. Tutta la scatola, annerita e puzzolente, era stata sputata fuori dalla sua sede e giaceva a tre o quattro metri sulla strada.
         Chissà perché, il cancello non funzionava più. Gli ospiti avendo visitato il sito della disgrazia non credevano ai loro occhi, perché il disastro era assai evidente e già prevedevano di dover azionare manualmente il cancello per chissà quanto tempo.
         Ma siccome il destino non è sempre marpione, son riuscito a trovare colui che un paio d’anni fa aveva montato il tutto, e che è venuto il giorno dopo ed in poche ore ha riparato ogni cosa. Sorvolo sul preventivo.
Gli ospiti starnieri sono rimasti abbagliati dall’italica efficienza, e devo dire, anch’io.

2 commenti:

  1. ... e fuoco, caro Scudo!
    fui informato, dalle parti di Moab, che Gradoli andava a fuoco o meglio(o peggio), bruciava il calanco che dal lago sale su su sino a noi.
    la mogliettina Caterina, sola ed indomita, tanto sbraitò al telefono che solo l'intervento d'un Canadair salvò casetta nostra dall'ultimo fronte di fuoco che nel frattempo s'era pappato decine d'ettari di vigneti, olivi, boschi e case.
    il forte vento, il caldo asfissiante di quei giorni e la mano vigliacca del piromane, che secondo l'obsoleta legge del taglione nessuno taglia più, hanno causato danni notevoli e spaventi ancor maggiori!
    i gattini son riapparsi la sera dopo mentre le gallinelle, passata la tempesta del Canadair, son tornate pronte a razzolar...

    un appunto al post precedente.
    ho saputo da fonti fidate che la Teoria delle Stringhe è ancora "in alto mare", bombardata dai vecchi pirati della Gravità Conforme, da anni sua feroce antagonista.
    sembra perciò ancora lontano un approdo teoricamente inattaccabile, nel mentre restano valide le vecchie care quattro dimensioni a dispetto delle 10(o 11) ipotizzate da quei scalmanati sessantottini delle stringhe...

    (ed alla prima occasione, Scudo dei due Mondi, racconterò, col tuo permesso, in quale dimensione ho per-corso i 5.000 e passa km di sterrati tra Montagne Rocciose, Canyons e sconfinate praterie...)

    RispondiElimina
  2. è solo apparentemente paradossale la duplice natura di codesto post, poiché, grazie al Principio di Complementarietà, noi sappiamo che talora si può leggere come "Caterina" e talaltra come "Tuoni, fulmini e saette".

    RispondiElimina