Dev’esser stato il parziale insuccesso di Covatrix a stimolare El Condor a mettersi di buzzo buono per ripristinare l’onore del pollaio: colpita dal mal della cova si è piazzata proprio dove tutte le sue consorelle vanno a deporre le uova, ha messo un cartello “Occupato, non disturbare” ed ha cominciato i suoi ventuno giorni di immobilità. El Condor deve il suo nome al collo nudo che si ritrova fin da pulcina e che la rende bruttissima: però è simpatica e molto protettiva delle sue uova, sia quelle proprie che quelle altrui, come dimostrano le numerose beccate che mi ha dato mentre le mettevo il piattino con granaglie e la vaschetta dell’acqua… ingrata! Nel mondo pollesco vige una norma opposta a quella umana: da noi si dice “Mater certa, pater nobody knows”, per significare che si sa per certo chi sia nostra madre, mentre l’identità del padre è da verificare. Fra i polli invece si sa per certo chi sia il padre, ma poi le uova deposte da diverse galline vengono mescolate, girate ed equamente covate ed i pulcini son tutti fratelli, dotati della stessa mamma chioccia anche se non tutti da lei partoriti. Grande esempio di democrazia naturale.
Il pollaio nel frattempo è diventato un crocevia dove molte diverse esigenze coesistono: Covatrix e Capitan Solo (che fra un po’ sarà in buona compagnia, speriamo) abitano nella cova dove lui (o lei) nacque qualche giorno fa; El Condor, avendo occupato ormai stabilmente una delle due cove che si affacciano sul pollaio adiacente, mi ha obbligato a creare un’apertura sul retro della cova, una porticina da cui uscirà tutta la famiglia al momento opportuno per ritrovarsi nel secondo pollaietto, la nursery. Il resto delle galline più gallo Penna Bianca abitano a casa loro, nel pollaio. Insomma, semafori e viadotti, tramogge e pizzardoni a regolare il traffico.
Mi piacerebbe informarmi un po’ sulla domotica, in particolare la domotica applicata al pollaio: aperture di porte automatizzate, ponti levatoi a scomparsa, nastri trasportatori di uova e tramogge computerizzate. Anche un simpatico robottino non ci starebbe male, un tipo flessibile, sportivo e non sindacalizzato che dopo aver accudito le sue protette con granaglie e verdurine se ne andasse magari per un po’ a cercar tartufi e a zappettare la vigna liberandola da quegli ostinati rovi che vedo crescere e surretiziamente intrufolarsi dove non devono.
Infine, ieri Luigi il Taglialegna ed io, lo Sbrullatore, ci siamo tagliati una quarantina di quintali di legna in preparazione per il prossimo inverno. Come noto, da queste parti non si può trascurare nulla, ed è meglio se tutto vien fatto a tempo debito onde non ritrovarsi –come successe agli inizi- a dover tagliare querciatti in mezzo alla neve e trascinarseli fino a casa arrancando e sbuffando, per poi avere stentati e fumosi fuocherelli di legna verde.
on the road again forever!
RispondiElimina(but my dream is the sail...)
epperciò inforco la motina e men vo' a Muggia per il Vela&Vela.
lo so. lo so...
prenderò tanta acqua!
del resto è il mio elemento...
(e capisco il sottoscritto fuggire dalle nebbie padane...ma tu, gentiluomo triestino, lasciar il sole del golfo ed i suoi nervetti, il liptauer o gli scampi alla busara...!)